domenica 20 ottobre 2013

Vivere o sopravvivere?

Una frase che colpisce sempre moltissimi e che, parlando in termini facebookiani, attira molti "mi piace" è
"Vivi ogni giorno come se fosse l'ultimo, pensa come se non dovessi morire mai"..

Si metto"mi piace" anche io a questa frase, ma spesso mi ritrovo a fare i conti nella quotidianità con un'altra filosofia di vita che più o meno dice "vivi ogni giorno in relazione alle persone che incontri, pensa a come risolvere un problema".

Capita spesso di chiedermi "quello che ho fatto/detto in quella situazione lì, era davvero quello che volevo fare/dire?"
Ovviamente scindiamo il discorso lavorativo che, per ovvie ragioni, ci porta a vivere in una situazione in cui bisogna seguire delle regole (come è buona norma che sia) e che non è sempre possibile fare ciò che si vuole.
Provando a spostare il discorso su una situazione relazionale (di amicizia, di coppia, familiare) mi viene da pensare che ognuno di noi, nel bene o nel male, sia stato condizionato di fronte a determinate risposte e/o atteggiamenti del partner convesazionale che non erano proprio quella che aspettavamo (nelle relazioni c'è sempre un pò d'aspettativa).
Così sorrido quando vedo feste di addio al "celibato/nubilato" dove un gruppo di persone si diverte senza misure, riferendomi in particolar modo al momento di condivisione e di gioco che si vive tutti insieme. La persona festeggiata, da lì a poco cambierà il suo modo di vivere e quindi alcune cose sembra che non le vengano più permesse, perciò bisogna salutare quel momento con un "rito" di passaggio.

Quello che mi chiedo è cosa porta le persone a vivere soprattutto "quel" giorno? sembra quasi che il vivere sia collegato alla fine di un'epoca e all'inizio di un'altra in cui qualcosa cambierà.
Ci sono tanti modi per vivere e quello migliore è quello che ognuno di noi ritiene meglio per se. Sembra scontato ma non a tutti è concesso, o per lo meno, non tutti se lo permettono fino in fondo.


Ieri è mancata di incidente stradale una ragazza che conoscevo di 25 anni. Una ragazza piena di voglia di vivere e sempre sorridente.Questo a chi rimane fa tanta rabbia e mette tanta tristezza, ma la vita è così. Le cose accadono e nessuno può fermarle.
Tutto ciò fa anche riflettere. Non sappiamo quanto tempo ci rimane da vivere, ma è bene che questo tempo non venga "sprecato" nell'attesa di un qualcosa che potrebbe o meno accadere, è arrivato il momento di agire.



Non lasciatevi sopraffare dagli eventi... Siate protagonisti e artefici della vostra vita sempre, perchè solo voi sapete qual'è la cosa giusta per la vostra vita... meravigliatevi, anche delle cose semplici, perchè la bellezza delle cose è proprio lì.

Ciao Carolina... questo post lo dedico a te


domenica 6 ottobre 2013

"Non puoi.."... l'ingiunzione del non riuscire

Tratto dal film "Alla ricerca della felicità"

E' importante fare attenzione al linguaggio che si usa con i bambini. In questo spezzone Will Smith pronuncia parole come "forse giocherai..." "forse diventerai come me..." "non voglio che" . In Analisi Transazionale, esse sono tutte ingiunzioni che con lo sviluppo del bambino, non permettono alla sua personalità di sviluppare un'idea basata sull'OKNESS (io sono ok - tu sei ok)
Gli adulti, nella convinzione di educare bene i figli, hanno la tendenza a dire che cosa i bambini "devono" o "non devono" fare portando però ad inibire o ad accentuare idee sulla loro autostima o auto-efficacia. 
Facciamo un esempio: 


Situazione A : (Bambino prende un brutto voto a scuola)
                     Ingiunzione a non riuscire: "non sei buono a nulla" - 
                           "sapevo che sarebbe andata così" 


Situazione B : (Bambino prende un bel voto a scuola)
                     Ingiunzione ad essere perfetto: "hai fatto il tuo dovere" -                                      "potevi fare di più"

Tutte queste frasi portano a frustrazione e formano nel bambino la convinzione di essere un fallito e che per essere degno di riconoscimento debba fare sempre di più.
Per questo motivo è bene che i successi vengano premiati e che gli insuccessi vengano accolti magari con un "La prossima volta andrà meglio" o "Può capitare di andare meno bene qualche volta, vedrai che al prossimo compito andrà meglio" .. ecc..

Ricordate che è da piccoli che si costruisce la personalità e la credenza su di se, perciò attenzione a non proiettare sui vostri bambini i vostri sogni e le vostre mancanze, perchè anche i bambini hanno diritto di sognare.

Dott.ssa Antinoro Anna
Psicologa Clinica

lunedì 19 agosto 2013

Finite le vacanze si cerca lavoro

In queste vacanze ho notato quanto la città fosse meno vuota rispetto ad altri anni. Si sa che l'Italia non è tra i primi paesi a livello di occupazione giovanile e si sa quanto sia dura la guerra dell'invio dei Curriculum per chi è senza lavoro.
Per i fortunati chiamati dalle aziende interessate, vorrei condividere dei punti che possano essere efficaci per una buona riuscita di un primo colloquio, ricordando quanto sia importante non trascurare oltre la comunicazione verbale anche quella non verbale.



1. L'abito non fa il monaco ma... : Non è una cosa da sottovalutare! Ognuno di noi ha delle preferenze di stile in base a come è solito vestire durante la quotidianità, ma un aspetto da non trascurare è come presentarsi ad un colloquio di lavoro sopratutto quando si tratta di grandi aziende o luoghi che richiedono contatti con il pubblico. Per noi donne è consigliabile l'uso di un tailleur oppure di un pantalone nero/grigio molto semplice con una giacchetta da abbinare dello stesso colore e una camicia sotto. Sfatiamo il mito che la donna provocante con un "esaminatore" uomo ha più possibilità di lavorare. Lo scopo del colloquio non è colpire fisicamente ma caratterialmente. Voi siete lì per avere un lavoro, non un primo appuntamento. L'uomo si può presentare in giacca e cravatta ma anche con un maglioncino semplice con una camicia sotto. Da evitare possibilmente scarpe aperte o calzini in bella vista poichè si rischia di apparire trasandati.*




2. Essere puntuali, non troppo in anticipo e non in ritardo. Oggi avete un colloquio e come spesso accade gli imprevisti sono dietro l'angolo! Il pullman si può rompere, la macchina può non partire e il gatto può star male. Bene, prevenire è meglio che curare perciò è necessario partire in anticipo. Nel caso in cui foste arrivati troppo presto è bene non entrare subito. Prendetevi un caffè, fatevi una passeggiata o attendete su una panchina. Persone eccessivamente in anticipo tendono ad essere etichettate come persone ansiose, quindi per essere più sicuri una decina di minuti di anticipo sono più che sufficienti.



3. Stringere in modo deciso la mano. Sembrerà una banalità, ma stringere la mano dell'altro con decisione trasmette senso di sicurezza e nella scelta di un possibile candidato è una caratteristica che non passa inosservata. Mi raccomando solo a non stringerla eccessivamente, altrimenti si rischia di passare per persone con tendenze aggressive.



4. Durante il colloquio mantenere una postura diritta, non muoversi eccessivamente sulla sedia e mantenere il contatto visivo con il nostro interlocutore. Sono caratteristiche non verbali che denotano oltre alla sicurezza personale anche il mantenimento del controllo nella situazione (poi lo sappiamo che dentro di noi il nostro dialogo interno sta impazzendo dall'agitazione, però sul momento è necessario tenere duro). Sono tutte  caratteristiche importanti soprattutto quando si cercano persone con buone doti di leadership e buona gestione dello stress.

Detto questo, in bocca al lupo a tutti! :)

Dott.ssa Antinoro Anna

Psicologa clinica

* I consigli dati sono prettamente personali e generici. E' importante contestualizzare sempre il dove e il come.

lunedì 5 agosto 2013

Buone vacanze!!

E' giunto il momento di andare in vacanza!!
Per chi vai in vacanza con gli amici, tre piccoli consigli:



1. Pianificate il viaggio in modo da non dovervi trovare all'ultimo minuto ad organizzare le cose. Si sa che se si va in tanti in vacanza è anche difficile mettersi d'accordo su una meta o un desiderio comune. Prima di partire è necessario avere un'idea approssimativa di quello che si vuole fare in modo da non avere malintesi. Gli imprevisti sono sempre dietro di noi, ma almeno ci si prova! ;)



2. Scendete a compromessi. A voi piace il mare e al vostro amico la montagna? fate un giorno per uno in modo che uno dei due non rimanga insoddisfatto. Un pò per uno non fa male a nessuno!



3. Parlate in modo chiaro. I malintesi dal momento in cui si va in vacanza e si sta 24 ore su 24 insieme sono all'ordine del giorno. E' necessario perciò mantenere le relazioni su un piano adulto affrontando sempre le situazioni ambigue... in fondo se non si parla tra amici, con chi lo si fa? :)

Che altro dire? portate con voi la voglia di divertirvi, di rilassarvi e di godervi ogni momento con le persone che vi stanno accanto.. compresi voi stessi!! :)




venerdì 12 luglio 2013

Quante cose ci stiamo perdendo...

Notizia curiosa in una metropolitana di Washington...

http://officineeinstein.eu/index.php/politiche-di-comunicazione/364-quante-cose-ci-stiamo-perdendo.html

«Se non abbiamo un momento per fermarci ed ascoltare uno dei migliori musicisti al mondo suonare la miglior musica mai scritta, quante altre cose ci stiamo perdendo?».


martedì 9 luglio 2013

Spot contro gli stereotipi

Come spesso accade girando per internet, sono capitata in una pubblicità interessante.
La GoldieBlox, casa produttrice americana di giocattoli,  per promuovere i suoi prodotti ha girato uno spot particolare e probabilmente anche argomento di critiche e/o discussioni.
Sul sito web sembra che faccia giochi di costruzioni "rosa", andando contro gli stereotipi delle bambine con le Barbie.Guardando lo spot, la prima sensazione percepita è stranezza. Non capita spesso di vedere una bambina con le scarpine da ballerina andare sullo skateboard. La sensazione post-spot invece è di entusiasmo, per un'idea nuova e per una visione globale delle cose. 

Ogni società, si fa portatrice di un costume comune che, nonostante ad alcuni di noi rimanga stretto, ci permette di essere riconosciuti dagli altri e di sentirci parte di un gruppo.

Tutto ciò che è diverso da noi è "strano" ai nostri occhi e la reazione che ci viene spontanea è fissare la persona o l'oggetto di interesse. Ma la domanda che mi sorge spontanea è...

Cosa vuol dire "normale"? 




lunedì 1 luglio 2013

E' possibile svelare una menzogna?

Ci sono molti modi di comunicare con gli altri... 
con le parole, con il corpo, con i gesti, con il tono.. ecc..
Il linguaggio si divide in verbale (quello che diciamo), para-verbale (il tono della voce, le pause e la cadenza) e il non verbale (il corpo e il volto). 
Paradossalmente nella comunicazione il verbale incide solo il 7%.
Vi è mai capitato di sentire un racconto da qualche vostro amico/a e intuire qualcosa di "strano"?
Può capitare infatti che sentendo una storia e guardando il linguaggio del corpo, le cose non coincidano.
Ma la cosa che viene spontaneo chiedersi è... come si fa a sapere se qualcuno ci sta dicendo una bugia?
Tutti vorremo avere una macchina della verità per sottoporre fidanzati o amici a domande "scomode". 
Dopo la serie televisiva "Lie to me" in Italia è aumentato il fenomeno di persone che si interessano ai segnali non verbali.
Per saperne di più vi allego un link semplice che riassume i segnali non verbali che è interessante osservare nell'altro.
Piccolo suggerimento... il linguaggio non verbale, come il mondo psicologico in generale, ha molto di soggettivo. Per questo motivo le regole non valgono in ogni situazione. 
Contestualizziamo SEMPRE il dove, il come e il con chi.
Insomma... giochiamoci un pò su! :)

Emozioni di base - Paul Ekman


Secondo voi... è possibile imparare a mentire!?



Suggerimento bibliografico sull'argomento: "I volti della menzogna" di Paul Ekman

lunedì 17 giugno 2013

Quando una maglia può salvarti la vita

In uno dei miei post precedenti mi sono soffermata su quanto il nostro corpo parli in base ai tatuaggi che abbiamo, agli interventi che facciamo e in parte anche in base a come ci vestiamo.

Curiosando qua e la per il web sono capitata in questo particolare blog nella quale si spiega che a breve verranno prodotti dei vestiti intelligenti in grado di comunicare con in nostro smartphone.
Insomma, non so bene di cosa si tratti, ma da quello che leggo dal sito sembra che siano anche in grado di prevenire infarti o monitorare lo stato complessivo della respirazione e del cuore.
Sicuramente potrebbe essere un'idea innovativa (passare dal salvavita Beghelli all'applicazione preinfarti sono passi da gigante), ma quali potrebbero essere le conseguenze di questo eccesso di tecnologia?
Non so, immaginate di parlare con una persona che vi piace molto (è risaputo che in situazioni di imbarazzo o agitazione il battito del cuore aumenta) e ad un certo punto sentite un BIP BIP BIP!! Interrompete la conversazione, guardate il vostro iphone su cui appare la scritta "Battiti irregolari, rischio infarto!!".
Potrebbe davvero aiutare a a rilassarsi e a godersi quello che si sta vivendo!?
Ok l'ho buttata sull'ironico, ma sarebbe davvero curioso capire come funziona.. attenderemo nuove idee!!
E voi.. che ne pensate?

Buona serata a tutti!

domenica 16 giugno 2013

Soffro lo stress!!!

In una società piena di stimoli stressanti, quanto tempo abbiamo per dedicarci a noi stessi? ecco dei "segreti" per ascoltarsi e per accogliere i propri pensieri ridondanti.


Io come ausilio di meditazione uso musica rilassante come quella degli "indiani d'america" o della natura.
Provare per credere...
e adesso occhi chiusi.. inspiriamo ed espiriamo profondamente per alcuni minuti ... portiamo il respiro sulla pancia... e lasciamo che i pensieri scorrano...
Dieci minuti al giorno...
Et voilà..
:)

martedì 11 giugno 2013

I quattro step mentali di un primo appuntamento

Care donne e cari uomini, quelle che vi sto per dire non sono delle tecniche affermate e confermate dalla comunità scientifica della Pensilvania University, ma semplicemente delle considerazioni che ho fatto dopo aver analizzato dei primi appuntamenti nella vita (la maggior parte chiusi lo stesso giorno!).



Step 1 (giorni prima dell'incontro): "sarà bellissimo/a, sembra simpatico/a" : L'incontro con una persona nuova è sempre fonte di ansia e di preoccupazione per il "dove andremo? cosa ci diremo? come sarà?" e spesso (come l'idea del bambino fantasmatico in gravidanza) capita di farsi delle aspettative che poi rischiano di essere deluse a causa di una bellissima chiacchierata al telefono e al pc che però non si rivela tale davanti alla persona stessa. Ricordatevi che comunicare al pc e di persona sono due cose ben diverse! perciò il consiglio che vi do è .. cercate di stare il più possibile con i piedi per terra (almeno all'inizio).


Pensiero 2 (il giorno dell'incontro): "Cosa mi metto?". In un primo appuntamento è normale cercare di fare il più possibile "bella figura" (soprattutto in noi donne c'è il terrore del trucco che cola!) però è importante capire anche che la persona che abbiamo di fronte deve conoscerci per quello che siamo.Proviamo a fare un inversione di pensiero....  ci piacerebbe uscire con una persona perfetta i primi tempi che poi si rivela tutto il contrario? (spesso capita)



Pensiero 3 (durante l'incontro): "Ascoltate i silenzi". La fretta di raccontarsi tutto crea nei pensieri una sorta di intoppo, nella quale spesso ci si ritrova a non avere NULLA da dire. Paradossale l'idea di conoscere qualcuno con la quale non abbiamo mai avuto chissà che rapporto e non avere nulla da dire. Se si creano dei silenzi, cercate di ascoltarli (Anche il silenzio comunica... da qui il titolo del mio blog!).


Pensiero 4 (dopo l'incontro): "Cosa sento?". Che bella la sensazione del dopo appuntamento, una miriade di emozioni passano nella testa (dal "è stato strano, emozionante" al "non mi sono mai annoiata/o così tanto"). Bhe, che sia stata brutta o bella è stata un'esperienza! E come tale va presa. Se è andata bene (come vi auguro) vi rivedrete, se è andata male avete sicuramente capito che tipologie di persone NON vi piacciono, quindi va bene così!

Buon primi appuntamenti a tutti!!! ;)


sabato 8 giugno 2013

C6? no... B4!! Come cambia la comunicazione!!

  
Anno 1995: "Evviva è arrivata una cartolina!"
Questa era una frase che sovente mi capitava di dire da ragazzina tornando dalle vacanze. Non vedevo l'ora di controllare la buca delle lettere per trovare le cartoline delle mie amiche con tutti gli smile e tante "t" del tvtb!! (e tra le altre cose mi sentivo pure in colpa quando mi dimenticavo di qualcuna di loro!!

Anno 2013: "wow com'è bello quel mare! chissà dov'è!"
E per capire dov'è cosa si può fare? ovviamente guardare il titolo dell'album. Ebbene si, addio cartoline. Oggi come oggi non so nemmeno dove vanno in vacanze le mie amiche, lo vedo direttamente da FB!!
Pazzesco il tempo che dedichiamo a social network quali "Facebook", "Twitter", "Whatsapp" ecc ecc.
Frasi come "condividiamola!!" "ricordati di taggarmi" "quanti amici hai tu?" sono sempre più sovente nel gergo moderno. Anzi, più amici si hanno, più si viene considerate persone socievoli o con una vita sociale molto ampia (quanto è vero?)
In questo periodo della vita mi capita sempre di più di confrontarmi con il concetto di "rete" (non internet), ma di "rete" sociale. 
(da http://pratonevosonews.blogspot.it)

Una volta si avevano molti meno "contatti" con le persone ma quei pochi presenti erano autentici o per lo meno reali. Tra i miei "contatti" (perchè definirli amici è eccessivo) ho dei compagni delle elementari che, quando mi vedono per strada, abbassano lo sguardo o fanno finta di cercare qualcosa nella borsa per non salutarmi (manco dovessi interrogarli o chiedergli soldi!). Perciò davvero mi chiedo che senso abbia avere così tante persone che sanno tutto di te, vedono cosa fai, se sei fidanzato, se hai figli, se hai cambiato sesso, ecc... quando in realtà a loro, non frega poi così tanto!!
Come comunicheranno i nostri figli/nipoti fra un pò di tempo? Inventeranno un app per prendere un gelato ologrammato? Non lo so ma una cosa è sicura...

Nessuna applicazione al mondo sostituirà mai uno sguardo felice di un incontro con l'altro. 

Io al "poke" preferisco ancora un abbraccio.

        




giovedì 6 giugno 2013

Tutto parla.. anche il corpo!

Leggendo qualche articolo qua e la mi sono imbattuta in questo link  che vorrei condividere con voi.
La frase che mi ha colpito di più è la riflessione fatta dal prof. Lorenzetti, che dice "...Il corpo diventa quindi uno strumento di comunicazione: esistono tatuaggi tipici che accomunano i membri di particolari corpi militari, i carcerati ma anche gli affiliati alle gang cittadine. Il corpo è materia malleabile e viene plasmato per costruire l’individuo sociale.” 
Questo trafiletto è dedicato soprattutto al discorso della chirurgia plastica e dei tatuaggi  che sono a volte usati per segnare un evento importante, una situazione sociale o uno stato d'animo.
Quante volte vi è capitato di fermarvi a guardare qualcuno e dire "ma come si veste?" (e non è una frase detta da Enzo e Carla di real time nel loro programma, ma una semplice considerazione di ciò che è "diverso" o "particolare" rispetto quelli che sono i nostri gusti) o anche pensare "certo che ci va coraggio a vestirsi così". 
Si è vero, ci va coraggio ad essere se stessi in una società bombardata dai media che rimandano ad un'immagine della ragazza sempre perfetta e che se non ha le curve messe al posto giusto non fa tendenza.
Invito a soffermarsi a guardare le persone che vi passano a fianco con gli occhi di chi è curioso di conoscere la storia dell'altro, di provare a giocare al "chissà cosa fa nella vita, chissà cos'ha vissuto, chissà qual'è la sua storia di vita", forse questo ci porterebbe a valutare le cose con occhio diverso. Il giudizio degli altri, soprattutto oggi, è così forte che spesso ci cuce addosso un abito che pensiamo essere nostro ma che sotto sotto, non ci fa stare tanto bene.
Domanda di riflessione  (che spero possa essere di stimolo per una riflessione personale):  quanto davvero fate ogni giorno quello che vi sentite? (e non parlo a livello di attività perchè sarebbe banale dire che preferireste essere al mare piuttosto che a lavoro). Mi riferisco soprattutto al vostro modo di porvi, al sorriso che fate anche quando siete arrabbiati o pensate "questo qui non lo sopporto proprio", quanto siete voi stessi?

Buon proseguimento :)

mercoledì 5 giugno 2013

Mi presento

Oggi inauguro il mio primo blog! magari sarà un flop, magari no, chissà ma una cosa è certa VOGLIO COMUNICARE (messo in tutto maiuscolo rende l'idea eh! :) ).Non so se è questione di sfortuna o altro ma ogni giorno mi rendo conto di quanto le persone che ci circondano parlino tra loro e si dicano anche tante cose ma.... quanto davvero comunicano? quando davvero ascoltano ciò che si dicono? e soprattutto, quanto il mondo ti permette di comunicare come vorresti!?Non so, vi è mai capitato di dover ripetere due volte uno stesso concetto oppure di esservi dati un appuntamento ad una tale ora in un tale posto per poi ritrovarvi ad un attesa di almeno 20 minuti per un accordo mal capito (o mal comunicato.. dipende dai punti di vista)??.
Bhe, a me è capitato spesso! Per questo motivo la vita mi ha portato (per eventi fortuiti o per scelta) ad approfondire il ramo della comunicazione, prima per tirocinio (nella quale si cercava di riabilitare le capacità comunicative di persone affette da afasia (per chi non sapesse cos'è http://it.wikipedia.org/wiki/Afasia ... è normale! anche io all'inizio non lo sapevo) ) e poi anche per scelte di vita (corsi di formazione sulla comunicazione efficace, la comunicazione di cattive notizie, la comunicazione telefonica tramite linee di sostegno) ... insomma, voglio fare della comunicazione la mia vita!

Con questo blog spero di poter condividere con voi eventi, news e articoli o ricerche prodotti da altre persone esperte del mestiere (unite anche a mie riflessioni).. perchè si sa, c'è sempre tanto da imparare!!Anzi, mi piacerebbe che anche voi diceste la vostra sui post di vostro interesse (qualcosa di bello, di brutto, di riflessione...) si insomma... siamo esseri liberi e sociali! ben venga il confronto! Buona serata a tutti!! :)